Jumbo-Visma, Jonas Vingegaard non a suo agio alla Vuelta: “Mi sono sentito quasi costretto a correre contro i miei compagni”

La tripletta Jumbo – Visma alla Vuelta a España 2023 non ha lasciato solo bei ricordi nella formazione neerlandese. Un problema di abbondanza che alla fine si è rivelato difficile da gestire e che, pur avendo ottenuto il massimo risultato possibile, ha avuto anche qualche strascico. Per la partenza di Primoz Roglic l’episodio non è stato certamente estraneo, ma in qualche modo potrebbe aver anche lasciato qualche strascico nei rapporti interni tra coloro che son rimasti, anche se tanto il vincitore Sepp Kuss che il suo delfino Jonas Vingegaard hanno sempre professato grande serenità al riguardo. Una serenità che tuttavia il danese ammette non aver realmente avuto, anche se non per colpa dello statunitense.

In particolare, il danese sembra aver sofferto quanto successo sull’Angliru, sia per la tensione interna che ha generato, sia per l’immagine che lui e Primoz Roglic hanno dato dopo aver staccato il loro compagno in Maglia Rossa, fedele gregario di tutte le loro grandi vittorie. Solo dopo quell’episodio è stato deciso in squadra di correre per lui, ma secondo il vincitore di due Tour de France andava fatto prima.

“È stato giusto decidere di non disputarci più la vittoria, ma penso che quella decisione andava presa prima – spiega a DR – È in queste situazioni che la dirigenza deve essere brava a dare le direttive, perché ovviamente noi volevamo tutti vincere”.

Ma in quella situazione il classe 1996 avrebbe preferito gestire diversamente la situazione fin da prima: “Per me era molto frustrante dover correre contro i miei compagni. Non mi è piaciuto. Non credo che bisogna correre contro i compagni. Devi correre con loro e fare sacrifici per loro. Invece mi sono sentito in una situazione nella quale ero quasi forzato a farlo in un modo o nell’altro. A quel punto ho fatto quel che dovevo e ho fatto la mia corsa, ma ho ripetutto più volte che avrei preferito che avessimo gestito la cosa diversamente”.

Il disagio che si poteva essere creato per lui è stato comunque risolto e Vingegaard conferma ancora una volta la felicità per la vittoria del compagno: “Sono felice di averlo potuto aiutare negli ultimi giorni e ripagarlo di tutte quelle volte che mi ha aiutato”.

Con la partenza di Roglic i due ora saranno i punti di riferimento del team per le grandi corse a tappe e probabilmente il prossimo anno si ritroveranno nuovamente sia al Tour de France che alla Vuelta a España. I ruoli ovviamente saranno simili al passato alla Grande Boucle, anche se la presenza di nuovi sfidanti potrebbe anche consentire a Kuss di trovare più spazio tattico.

“Al Tour de France sarò probabilmente di nuovo io il capitano, mentre Sepp avrà un ruolo simile agli ultimi anni, aiutando e poi potendo andare al suo ritmo fino al traguardo – aggiunge il 26enne scandinavo – È talmente forte che anche facendo così potrebbe chiudere nei primi cinque. Credo comunque che in alcune corse possa essere utili avere due capitani, in modo da poter giocarsi più soluzioni tattiche e finendo per aiutarsi. Ti permette di creare situazioni a tuo vantaggio. Ovviamente, per riuscirci tutti i capitani devono essere ad alto livello, altrimenti non funziona. Lo abbiamo visto alla Vuelta, e in questo modo abbiamo potuto concludere sui primi tre gradini del podio”.

 

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